- Rossana Gentile
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I vini d’annata sono veri e propri pezzi di antiquariato, oggetti da collezione che rappresentano un patrimonio che può assumere valore nel tempo.
L’annata di un vino deve essere obbligatoriamente riportata in etichetta per i vini DOCG, DOC e IGP quando almeno l’85% delle uve proviene dalla vendemmia dello stesso anno, se previsto dal disciplinare di produzione di quel vino.
Il tempo accresce il valore di un vino, ma questo aspetto è influenzato tantissimo dalla tipologia in questione: i vini più ricercati da collezionisti ed appassionati, perchè sono quelli che meglio si adattano all’invecchiamento, sono i rossi italiani Barolo, Barbaresco, Brunello di Montalcino e Amarone della Valpolicella. Spostandoci all’estero non possiamo non considerare vini importanti come alcuni tipi di Champagne o i rossi di Borgogna e Bordeaux.
Adesso che sappiamo quali sono le tipologie di vino più adatte all’invecchiamento e quindi quelle maggiormente predisposte ad assumere valore nel tempo, dobbiamo tenere in considerazione altri aspetti fondamentali: innanzitutto valutare il pregio del produttore, la sua storicità e la sua reputazione.
La valutazione dell’annata è poi molto importante, perchè alcune annate hanno maggior pregio rispetto ad altre, e questo dipende dall’andamento climatico che si è avuto quell’anno in una determinata zona.
Dopo questi primi e fondamentali aspetti si passa ad analizzare lo stato di conservazione della bottiglia, perchè nonostante alcuni segni del tempo possano arricchire il fascino di essa, più la bottiglia gode di un buono stato di conservazione maggiore sarà il suo valore.
Si valuta allora l’integrità dell’etichetta e della capsula, e poi aiutandosi con un a luce posta dietro la bottiglia si osserva il colore e il livello di essa: i vini rossi devono mantenere il più possibile il colore originale, più un vino appare “chiaro”, più capiamo non essere al pieno della forma, fino a vini che si spogliano completamente del colore ed appaiono trasparenti. Per i bianchi e gli spumanti è il contrario: il vino deve mantenere il più possibile la sua chiarezza e luminosità a discapito di colorazioni che virano verso l’ambra o torbidità che possono indicare stati ossidativi avanzati. Se sono presenti questi difetti è possibile che il vino non sia stato conservato nella maniera adeguata.
Resta quindi fondamentale, quando è possibile, assicurarsi di come e dove è stato conservato un vino.
Conservare un vino d’annata
Le regole per la corretta conservazione di un vino d’annata possono variare molto in base a quel’è l’utilizzo che vogliamo farne: per esempio se abbiamo ricevuto in regalo una bottiglia d’annata e intendiamo utilizzarla come puro oggetto da esposizione, saremo meno ligi a rispettare le regole corrette di conservazione e molto probabilmente quella bottiglia resterà esposta su di mobile in posizione verticale per un tempo indefinito.
Se invece possediamo un vino importante ed intendiamo conservarlo nel modo più attento per permettere di preservare tutto il suo valore, dovremmo stare attenti a 3 aspetti principali: trasporto, sbalzi termici, luminosità.
Il luogo ideale dove conservare un vino è sicuramente la cantina, dove è possibile mantenere costante la temperatura, le vibrazioni, dove la luce non entra ed abbiamo sempre un certo grado di umidità (è importante che il tappo non si secchi per non restringersi e far entrare aria nella bottiglia, motivo per cui è fondamentale conservare le bottiglie in posizione orizzontale il modo che il vino sia sempre a contatto con il tappo).
Anche se una bottiglia dovesse passare tutti gli esami in questione (pregio, stato di conservazione ecc…) sarà comunque impossibile stabilirne con esattezza il grado di bevibilità. È ovvio che un vino importante di un produttore pregiato che è stato conservato perfettamente e non presenta difetti evidenti di colore e livello ci fa pensare che le possibilità che sia bevibile siano maggiori, ma non lo si può mai definire con certezza.
Il vino infatti è materia viva, capace di regalare emozioni indescrivibili ma anche qualche sorpresina indesiderata.
L'apertura di un vino d'annata
Qualora si decidesse di "rischiare" e quindi provare a bere un vino d'annata, è essenziale seguire alcune regole fondamentali: in primis cercare di smuovere il meno possibile la bottiglia per evitare la dispersione dei sedimenti che si trovano sul fondo (molto presenti nei vini vecchi). È consigliabile lasciare la bottiglia in posizione verticale per almeno 24 ore prima dell'apertura, per permettere a tutti i sedimenti di depositarsi sul fondo. Alcune guide consigliano di utilizzare il decanter proprio allo scopo di eliminare i depositi ed ossigenare il vino nella maniera opportuna, ma sopratutto con i vini d'annata è un'operazione altamente delicata e rischiosa, quindi il nostro consiglio è: piuttosto che decantare male, meglio non decantare! Meglio limitarsi ad aprire la bottiglia parecchie ore prima per consentire la giusta ossidazione.
Il tappo di sughero nelle vecchie bottiglie potrebbe aver perso la sua elasticità ed essere soggetto a sgretolamenti, quindi per evitare di ritrovarci mezzo tappo frantumato nel calice, è opportuno utilizzare il cavatappi idoneo.
Il cavatappi a lamelle
È la tipologia di cavatappi più idonea all'apertura di una bottiglia di vino d'annata: la forma particolare di questo cavatappi consente di infilare le due lame tra il tappo ed il collo della bottiglia. Con delle piccole rotazioni si riesce a tirar via il tappo dalla parte bassa, evitando che si frantumi.
Guarda il video su come aprire una bottiglia d'annata: https://www.youtube.com/watch?v=lLe546BcvYY
Un vino d’annata resta, a prescindere che si decida di berlo o meno, un oggetto da collezione di valore inestimabile.
Regalare un vino d’annata o un vino antico che corrisponde all’anno di nascita di una persona, per esempio, è un’idea originale che può suscitare grande emozione in chi la riceve.
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