- Rossana Gentile
- News
- 0 likes
- 965 views
- 0 commenti
Lo sappiamo tutti, la coppa di Champagne è da sempre un simbolo di eleganza e femminilità.
Viene chiamata coppa da o di Champagne, ed effettivamente è il bicchiere che nell’immaginario collettivo viene collegato alle pregiate bollicine francesi.
Ma quali sono le origini della coppa?
Ci sono parecchie leggende che ruotano intorno a questa faccenda: quella più accreditata è che la coppa iniziò a diffondersi in Francia all’inizio del Settecento e che sarebbe stata progettata ispirandosi al seno di Madame de Pompadour, amante di Luigi XV e grande appassionata di Champagne.
Altri affermano che invece sia stata modellata sul della regina Maria Antonietta, moglie di Luigi XVI, considerato modello di perfezione. Altre teorie ancora collocano l’origine della coppa in Inghilterra, uno dei Paesi in cui si consumava maggiormente lo spumante francese.
Qualche anno fa il ristorante londinese di Mayfair 34 ha commissionato allo scultore Jane McAdam Freud, per festeggiare i 25 anni di carriera della modella Kate Moss, un calice modellato sul suo seno sinistro. Per poter bere Champagne dal "seno" della spregiudicata Kate, bisogna necessariamente andare a mangiare in quel ristorante, infatti putroppo queste coppe speciali non sono in vendita!
La coppa è sicuramente la prima tipologia di calice pensata per gli Champagne, ma bisogna considerare che essi erano tendenzialmente più dolci rispetto a come sono adesso. Nel corso del 1800 c'è stata infatti un'evoluzione dei gusti che ha spinto ha produrre Champagne più secchi e leggeri.
Nel 1874 Madame Louise Pommery dava vita al primo Brut Millesimato della storia, con un residuo zuccherino molto basso.
Da quel momento in poi ci si è iniziati a rendere conto che la coppa non era più il tipo di bicchiere ideale per bere lo Champagne ed il motivo è nella sua forma: il fatto che sia panciuto e poco alto non permette l’adeguato sprigionarsi del perlage, che quindi ha una durata minore nel bicchiere.
Inoltre, anche i profumi del vino si disperdono più facilmente, per questo motivo la coppa è ideale per degustare spumanti metodo charmat o aromatici come il Moscato d’asti o il Brachetto d’Aqui, dato il profilo aromatico talmente intenso che tende a disperdersi molto più difficilmente rispetto ad altre tipologie di spumante. In ultimo, il perlage del metodo charmat è meno fine, numeroso e persistente rispetto al metodo classico, quindi è anche meno importante da "sacrificare".
Coppa, flûte o calice da vino?
Il sostituto della coppa è stato per molto tempo il flûte, che con la sua particolare forma allungata permette ad aromi e perlage di svilupparsi adeguatamente, ma sembra che ultimamente anche questa tipologia di bicchiere stia cadendo il disuso.
A quanto pare è stato proprio Georg J.Riedel, il fondatore del business di bicchieri più famoso al mondo, ad aver sollevato la questione affermando che i flûte sono troppo stretti e non permettono allo Champagne di esprimere appieno il suo corredo aromatico.
Una via di mezzo tra coppa e flute sembra essere proprio un calice adatto a questa tipologia di vino, dalla pancia più larga e l'apertura più stretta, considerando che al giorno d'oggi esistono moltissime versioni, a cui le aziende produttrici stanno dedicando sempre più attenzione.
Nonostante le continue evoluzioni, la coppa rimane comunque uno strumento di grandissimo fascino, dal sapore un po’ retrò, simbolo di eleganza e femminilità senza precedenti.
Commenti (0)
Nuovo Commento