I vini degli anni '80

Gli anni '80, con la sua moda fatta di capelli cotonati e abiti stravaganti coloratissimi, hanno portato anche allo sviluppo di tendenze enogastronomiche nuove ed estrose. Anche i piatti, così come i vestiti, dovevano infatti essere super colorati e un pop. Basti pensare che in quel periodo si sono diffusi piatti come il risotto di fragole o le pennette alla vodka, versione più spregiudicata della classica amatriciana.

Che vini si bevevano negli anni '80?

Nel campo del vino gli anni 80 sono stati anni un po' contraddittori, vedendo da un lato una rivoluzione mirata alla qualità (negli anni 80 è nato il fenomeno dei Barolo Boys o dei Supertuscan), dall'altro ci si è dovuto adeguare a mode enologiche del tutto opinabili: il diffusissimo vino Galestro, un bianco toscano semplice e schietto, dinamicissimo negli abbinamenti (lo si trovava praticamente ovunque). Per molti considerato un vino innovativo, fresco e scanzonato, oggi è praticamente scomparso all'ombra di vini bianchi italiani più pregiati (e siamo contenti che sia andata cosi).

La voglia di facili profitti ha creato una tendenza negli anni 80 per i produttori di vino ad allontanarsi dalla ricerca dell'autenticità e della qualità per dar vita a vini fatti più di chimica che di lavoro in vigna. Fino al 1986, anno del terribile scandalo del vino al Metanolo. 

La vicenda ebbe inizio il 17 marzo 1986, data in cui iniziarono ad avere luogo avvelenamenti e intossicazioni di parecchie decine di persone, accumunate dall'aver bevuto vino delle cantine della ditta Ciravegna di Narzole, in provincia di Cuneo. La causa era stata l'aggiunta al vino dosi molto elevate di metanolo per alzarne la gradazione alcolica, ignorando il fatto che il metanolo, pur essendo molto simile nell'aspetto, nell'odore e nel sapore all'etanolo, normalmente presente in tutte le bevande alcoliche, al contrario di quest'ultimo è estremamente tossico per l'organismo umano. 

Lo scandalo è stato un brutto colpo per la Barbera genuina, per i vini piemontesi e per i vini italiani in generale. Questo vitigno è stato fortunatamente riportato alla luce da Giacomo Bologna, anche detto "Braida", che mentre si faceva conoscere per i suoi vini di grande qualità fece scrivere sulla pagina della Stampa "Viva la Barbera!". 

Non sono mancate negli anni '80 quindi, anche belle notizie di produttori di vino legati alla qualità del prodotto e al rispetto del territorio, con uno sguardo ottimistico verso il futuro. 

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